Pietro Caliceti
"Dubito che avrei mai iniziato a scrivere un romanzo se non fossi stato un avvocato."
Questa frase è di John Grisham, ma lo stesso vale anche per me.
Spessissimo, nel mio lavoro, mi sono trovato a pensare: "questa scena sembra un film". Negoziati notturni che sembravano partite a poker, banchieri che manovravano miliardi, imprenditori senza scrupoli e imprenditori in lacrime, situazioni che in un attimo passavano dal trionfo al disastro; e sullo sfondo, sempre, il senso di come tutto quello che facevamo fosse trainato dal movimento inarrestabile del mondo, su cui nessuno di noi poteva interferire.
Un film: anzi, forse, più precisamente, un giallo. Solo che di gialli che raccontassero queste cose, in Italia, ne vedevo pochi. E mi chiedevo perchè. E mi chiedevo se sarei stato mai capace di farlo io.
Finché un giorno del 2013, mentre con un cliente mi trovavo in Libia, una mattina ci svegliammo nel mezzo di un colpo di Stato. Avevano rapito il Primo Ministro, il Paese aveva chiuso gli aeroporti, la Nato si stava preparando a far decollare gli F-16, e pensammo che forse non saremmo mai più tornati a casa.
Ma per fortuna a casa ci tornammo. E quando fui tornato iniziai a scrivere.